Tra le certezze del mondo contemporaneo quella certamente molto triste è che le democrazie liberali sono davvero in crisi e il perché non è nemmeno difficile da immaginare. Alla domanda su quali sono le cause profonde che alimentano l’attuale declino delle società occidentali e della sempre meno partecipazione democratica dei cittadini? Credo che al primo punto ci sia lo scarso rispetto delle opinioni dei cittadini. Un esempio ci basti pensare come la stragrande maggioranza dei cittadini
Dicembre 2024
“Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è Cristo Signore” (Lc, 2,10-11). L’angelo annuncia ai pastori la nascita di Cristo, si rivolge agli ultimi nella certezza che essi, con umiltà di cuore, comprendano il messaggio divino. Anche per i non credenti resta il fatto che Gesù è nella storia dell’umanità e, se la sua vita e la sua parola fossero frutto di un romanziere, allora potremmo dire che questo è stato senza dubbio il più
Inesorabilmente in Italia, e nel mondo, aumentano i super ricchi con patrimoni incredibili. Elon Musk ha superare i 400 miliardi di dollari di ricchezza.
Cento milioni, o cifre simili. Non è dato sapere con esattezza quanto riceverà Carlos Tavares, ormai ex amministratore di Stellantis, come buona uscita. La cifra assurda resta riservata.
Il governo Meloni – entrato in carica il 22 ottobre 2022 – mena gran vanto dell’incremento occupazionale post covid-19, attribuendosi il merito di avere conseguito il migliore risaltato di sempre. «Fu vera gloria?»
Occorre distinguere preliminarmente tra “occupati” ed “unità di lavoro” (ULA). Nella definizione statistica di occupato non si tiene conto delle ore lavorate, quindi l’occupato vale uno anche se ha un lavoro a tempo parziale od è in cassa integrazione, parimenti vale sempre uno anche se svolge lavoro straordinario; invece per calcolare le ULA si conteggiano le ore lavorate (in meno od in più) rispetto all’orario contrattuale. Prendendo in esame gli indici dell’andamento trimestrale degli occupati e delle ULA dal primo trimestre 2007 (indice 100) al terzo trimestre 2024, si vede che gli occupati hanno sopravanzato le ULA, specialmente durante la crisi dovuta al covid-19, quando si è fatto massiccio ricorso alla cassa integrazione ed a riduzioni di orario di lavoro (gra. A).
Gra. A – Numeri indice occupati ed ULA dal 1° trimestre 2007 (= 100) al 3° trimestre 2024
Da un punto di vista sociale ed economico è più significativo considerare le ULA, sia perché il tempo di lavoro ridotto è prevalentemente involontario e sia perché tra l’andamento delle ULA e quello del PIL reale (cioè a moneta costante) esiste un accordo molto stretto (gra. B).
Gra. B – Numeri indice PIL reale ed ULA dal 1° trimestre 2007 (= 100) al 3° trimestre 2024
Il PIL ha raggiunto un massimo nel 3° trimestre 2007; è crollato con lo scoppio nel 2008 della bolla finanziaria, causata dai mutui spazzatura USA; dopo un inizio di ripresa nel 2010 è ripiombato in crisi nel 2011 (dimissioni del governo Berlusconi, sostituito dal governo “tecnico” Monti); con il 2013 si è avviata una lenta ripresa, drammaticamente interrotta dal covid-19; al 3° trimestre 2021 si è recuperato il PIL pre-covid; nel 2022 si è avuto un incremento del 4,8%; nel 2023 l’incremento è sceso allo 0,8% e per il 2024 si stima un più 0,5%.
Dal 2008 al 2019, escluso il 2011, le ULA mostrano indici più alti del PIL, il che indica un peggioramento della produttività del lavoro; un miglioramento si è invece registrato nel 2022, mentre dal 2023 la produttività del lavoro è nuovamente regredita. Il valore massimo di 24.655 migliaia di ULA, registrato nel 1° trimestre 2008, è stato finalmente superato nel 4° trimestre del 2023, con 24.684 mila ULA, e nel 3° trimestre 2024 ha raggiunto 24.926 mila ULA. A quali provvedimenti economici si può ascrivere la recente crescita delle ULA, oltre che al fisiologico rimbalzo dopo la pandemia? I provvedimenti macroeconomici paiono due: il superbonus 110%, contenuto nel decreto-legge “Rilancio”, n. 34 del 19 maggio 2020, ed il PNRR, disegnato dal governo Conte II a gennaio 2021, rivisto con modifiche e integrazioni dal governo Draghi e varato il 22 giugno 2021, per un ammontare complessivo di 222 miliardi, poi integrati con altri 3 miliardi dal governo Meloni. Non risultano altri provvedimenti strategici di stimolo al PIL e dunque alle ULA, che al PIL sono fortemente connesse. Se è dunque vero che nel corso del governo Meloni si è raggiunto il numero di unità lavorative più elevato di sempre, tale risultato appare la conseguenza dei provvedimenti macroeconomici emergenziali introdotti dai due governi precedenti.
La variazione delle ULA non ha interessato in maniera omogenea tutti i settori economici. Confrontando le ULA al 3° trimestre 2007, 2022 e 2024, si scopre che la crescita occupazionale durante il governo Meloni è largamente dovuta ai servizi privati; i servizi pubblici e l’industria danno un minore apporto positivo, mentre l’agrisilvicoltura e la pesca regrediscono; preoccupante è il dato che conferma la deindustrializzazione dell’Italia, rispetto al 2007 (gra. C).
Gra. C – Migliaia di ULA al 3° trimestre 2007, 2022 e 2024 per settori economici
Damasco invasa dagli eredi di Al-Qaida gli stessi che mozzavano le teste agli infedeli o li bruciavano vivi oggi sono acclamati come liberatori dalla maggior parte della cosiddetta “informazione”. Forse a qualcuno hanno promesso che il Califfato siriano islamico sarà libertario verso le donne e inclusivo per le minoranze.
A destare enorme preoccupazione nel mondo contemporaneo sono i dati che dimostrano il costante acuirsi dei conflitti. Il Conflict Index, stilato ogni anno dal Armed Conflict Location & Events Data (ACLED) sotto la direzione dell’Università di Sussex nel Regno Unito, ha rilevato un aumento del 12% degli scontri armati nel 2023 rispetto al 2022 e di oltre il 40% negli ultimi quattro anni. L’analisi dei dati si basa su quattro indicatori chiave: la letalità, che quantifica il numero di decessi in relazione al conflitto; il pericolo per i civili, che misura la violenza di istituzioni e gruppi armati nei confronti della popolazione; la diffusione geografica del conflitto; la frammentazione, che quantifica gli schieramenti che si combattono sul campo. In base all’intensità di questi fattori viene stilata una classifica nella quale i Paesi vengono divisi su tre gradi di gravità del conflitto: estremo, alto e turbolento.