Anche quest’anno arriva l’8 Marzo con la Festa della donna a ricordarci le conquiste sociali, politiche ed economiche che le donne hanno faticosamente raggiunto. Ma l’8 marzo ancor oggi non può essere una data di festeggiamenti perché tanto bisogna ancora fare. Le donne, infatti, hanno lottato e continuano a lottare per l’uguaglianza e per l’eliminazione delle barriere e delle discriminazioni che ancora esistono.
Le statistiche riportano ancora gravi discriminazioni nei confronti del genere femminile. Il 70% delle lavoratrici ha subito discriminazioni in ambito lavorativo. Quasi tre donne su 10 dichiarano di aver ricevuto domande sulla propria volontà di sposarsi o di fare figli a un colloquio di lavoro. Quota simile anche per quanto riguarda il ricevere apprezzamenti indesiderati verbali o non verbali. Domande insistenti e invadenti sulle proprie relazioni personali sono state fatte a una donna su quattro; mentre battute o offese legate al proprio genere sono state rivolte, sul lavoro, a due donne su 10. Più̀ del 50% delle donne ha subito catcalling (molestie per strada) almeno una volta nella vita.
Permane una condizione di profonda disuguaglianza lavorativa tra uomini e donne che vede le donne essere prevalenti nei lavori di bassa qualità o in quelli precari mentre spesso sono escluse da ruoli dirigenziali e di comando. La retribuzione delle donne è, notoriamente, inferiore a quella dei lavoratori maschi impiegati nella stessa attività.
Inutile aggiungere che a tutto ciò si somma la difficoltà di conciliare la vita familiare e quella lavorativa costringendo spesso le donne a dover scegliere fra il lavorare o l’essere madri.
La festa della donna per questi motivi rappresenta l’occasione per guardare alla strada percorsa e a quella da percorrere per raggiungere una vera e propria parità di genere.