Immagini che ricordano il 6 Gennaio del 2021 quando vi fu l’assalto al Campidoglio a Washington, ma questa volta non sono gli Stati Uniti ma il Brasile di Lula. Ed anche il giorno 8 Gennaio del 2023 vi sono i sostenitori di un candidato presidente che non accettano il risultato delle elezioni.
Ad una settimana esatta dal suo insediamento, il presidente Lula Inàcio Da Silva ha dovuto fare i conti con migliaia di sostenitori di Jair Bolsonaro. Erano in migliaia, molti con la bandiera carioca sulle spalle ed i volti tinti di verde e di giallo. Nonostante la zona fosse circondata dalle forze di sicurezza, sono riusciti a sfondare il cordone di sicurezza. La polizia è riuscita a riprendere il controllo della situazione solo dopo molte ore. Sono stati fermati oltre 1.500 sostenitori di Bolsonaro, il quale almeno formalmente non gli guida e si trova in Florida da fine Dicembre.
L’ex presidente non ha mai ammesso pubblicamente la sua sconfitta e ha sempre insinuato che il voto non fosse realmente valido. Non ha voluto partecipare all’insediamento del suo successore ed è evidente il suo coinvolgimento nei fatti, se non diretto, ma almeno per il modo in cui ha condotto la campagna elettorale che sicuramente ha esacerbato gli animi.
Sembra che molti sostenitori dell’ex-presidente brasiliano erano accampati nella capitale già da 70 giorni, ovvero da quando i risultati dell’elezione del 30 ottobre avevano visto il loro leader sconfitto, mentre altri si sono ritrovati in luoghi prefissati dove erano stati predisposti degli autobus per raggiungere Brasilia. Fra i manifestanti anche membri della polizia, riservisti dell’esercito e guardie municipali.
Un attacco “vandalo e fascista” l’ha definito il presidente Lula mentre riceve la solidarietà da parte di moltissimi capi di Stato. “Condanna assoluta dell’assalto alle istituzioni democratiche del Brasile. Pieno sostegno al presidente Lula Da Silva, democraticamente eletto da milioni di brasiliani attraverso elezioni giuste e libere” sono le parole di Charles Michel, presidente del Consiglio Ue.
Anche l’Onu ha condannato gli atti antidemocratici avvenuti ed ha chiesto alle autorità brasiliane di dare priorità al ripristino dell’ordine e alla difesa della democrazia.