IL VOTO AL REFERENDUM È LA NOSTRA RIVOLTA SOCIALE

di Grazia MINOTTI

Nella prossima primavera saremo chiamati a votare per porre fine alla precarietà, alle morti sul lavoro, ai licenziamenti ingiusti, per dare cittadinanza a migliaia di italiani. Sarà una stagione di partecipazione che metterà al centro le persone e le loro libertà sul lavoro e nella vita e in cui con determinazione e facendo ricorso al buon senso inviteremo i cittadini a votare 5 volte sì.

Il primo grande obiettivo che ci poniamo è che gli italiani tornino a capire che se vogliono cambiare le cose devono partecipare. 

Credo che sia tempo di rimetterci tutti insieme a parlare di diritti e della dignità del lavoro e della vita dei cittadini. Ci sono troppe cose della politica attuale che non ci convincono, chiediamo direttamente ai cittadini di cambiarle con il proprio voto. Bisogna modificare le leggi che hanno mortificato il mondo del lavoro, che l’hanno martoriato.

Penso alle norme del Jobs Act, ai licenziamenti illegittimi, alla differenziazione tra i nuovi assunti e i vecchi assunti, a tutta la partita legata agli appalti e ai subappalti e al meccanismo che si scatena in violazione di norme e diritti a partire da quelli della sicurezza sul lavoro, per cui registriamo continuamente decessi e infortuni che sono spesso legati al mondo degli appalti al massimo ribasso. Occorre andare a votare per ridare dignità e centralità al lavoro. Non siamo ingenui. Lo sappiamo, portare alle urne 25 milioni di persone non è impresa facile.

Il compito dei cittadini consapevoli sarà quello di coinvolgere più persone possibili con l’obiettivo di parlare a tutti: a chi condivide le nostre battaglie, a chi non ci conosce, a chi ha bisogno di noi. Anche a chi è contrario a ciò che rivendichiamo. Dovremo parlare alle singole persone, coinvolgendole e responsabilizzandole in una campagna che è a difesa della democrazia e della libertà. Ciascuno di noi, con il voto, ha la possibilità di cambiare al meglio il Paese.

Ogni anno muoiono 1000 persone sul lavoro, è venuto il momento di dire BASTA! e di rendere il lavoro più sicuro.

Cancelliamo le leggi che hanno reso le lavoratrici e i lavoratori più poveri e precari.

Rimuoviamo l’ingiustizia che nega il diritto alla cittadinanza a 2milioni e 500mila persone che vivono e lavorano in Italia .Riduciamo da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter fare domanda di cittadinanza italiana, che una volta ottenuta sarebbe trasmessa ai figli e alle figlie minorenni. 

Dobbiamo raggiungere il quorum: chi oggi di fronte a uno strumento referendario sancito dalla nostra costituzione dà l’indicazione di non andare a votare, è contro la democrazia e contro qualsiasi idea di partecipazione libera delle persone. 

Una persona non è libera se è precaria, se non arriva alla fine del mese, se muore sul lavoro, se in base alle sue espressioni, al colore della pelle, all’orientamento sessuale, al genere può essere discriminata. 

Per tutti questi motivi, la CGIL sta provando a mettere in campo azioni per riconquistare la cultura della libertà fondata sulla solidarietà tra le persone. I diritti non ce li ha mai regalati nessuno, abbiamo tutti assieme la responsabilità di difenderli per il futuro del nostro Paese.

Autore

Potrebbe piacerti anche

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da parte di questo sito web.

?>