Portella della Ginestra è scolpita nel mio cuore. In questo Primo Maggio penso e ripenso a quello che seguì il Primo Maggio del 1994. Appena pochi giorni prima ero stato eletto parlamentare. Dopo la manifestazione festeggiammo nella casetta di campagna messa a disposizione dal coraggioso sindacalista Vincenzo Palermo. Dopo pochi giorni, fu fatta prima bruciare e, a seguito delle manifestazioni di protesta, addirittura saltare in aria. La mafia non tollerava l’affermazione nella zona di diversi sindaci progressisti e di un giovane parlamentare progressista. Fu così che ebbi il mio “battesimo” da parlamentare. Altri attentati mafiosi si registrarono in tutti i paesi limitrofi.
Fummo subito riportati nel clima della Strage del Primo Maggio del 1947, la Prima Strage di Stato dell’era Repubblicana.
Portella della Ginestra si trova nel Comune di Piana degli Albanesi. Una località bellissima, incastonata tra piccoli monti del Kumeta, della Maja e del Pelavet, in una zona scelta da antichi Albanesi per crescere in pace e nel progresso.
Siamo subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. La Carta Costituzionale è in gestazione. Le forze democratiche protagoniste della Liberazione stanno insieme e formano un governo unitario.
La Sicilia intanto ribolle:
- da un lato, i monarchici coltivano il mito del grande ritorno; i latifondisti e gli agrari cercano di mantenere privilegi e potere, i fascisti di occultarsi e rilanciarsi; i mafiosi si adoperano per fare da collante all’interno del nuovo sistema di potere da alimentare e imporre in ogni modo.
- dall’altro lato, i progressisti nei partiti e nei sindacati lavorano alacremente per radicarsi capillarmente nella società, attraverso la lotta per la riforma agraria e per la promozione dei nuovi diritti. Riescono nell’impresa di convergere e insieme si presentano alle prime elezioni politiche libere in Italia per eleggere l’Assemblea Regionale Siciliana. Il 20 Aprile del 1947, vince la sinistra organizzata nel “Blocco del Popolo”.
A Portella della Ginestra, pochi giorni dopo, il Primo Maggio del 1947 si vuole finalmente ritornare a festeggiare insieme il lavoro ma anche la vittoria delle forze Progressiste.
Uomini e donne, bambine e bambini, molti giovani: tutti presi dall’entusiasmo per il nuovo corso, dopo anni e anni di soprusi e sofferenza!
Bandiere, canzoni, slogan, abbracci, sorrisi vengono sopraffatti dal crepitio delle pallottole.
Si consuma così la Strage di Portella!
Molti cadono a terra immersi nel loro sangue: in 11 undici muoiono subito, altri sei nei giorni successivi, a seguito di gravissime ferite. Ma tanti altri sono colpiti, si stima una trentina. Alcuni porteranno per sempre nei loro corpi i segni di quella feroce aggressione.
Indagini e processi si sono susseguiti nel tempo. Giuliano e la sua banda sono stati ritenuti i soli colpevoli, ma in realtà sono rimasti impuniti mandanti e complici! Una storia che si ripete continuamente lungo il travagliato cammino della nostra democrazia.
Di Portella adesso sappiamo molto di più. Io stesso ho contribuito in Commissione Antimafia a far desegretare gli Atti custoditi negli archivi. Da Presidente della Commissione, li ho consegnati a Portella il 1° Maggio del 2001.
La Strage di Portella della Ginestra si porta appresso tre motivi tuttora da sviscerare bene:
1) Motivi geopolitici internazionali, dovuti alla divisione di Yalta, alla fine della seconda guerra mondiale, che sancì la spaccatura del mondo in due sfere di influenza. In Italia ai Progressisti era pertanto preclusa la possibilità di vincere le elezioni. Dopo Portella, iniziò infatti la cosiddetta “conventio ad excludendum”.
2) Motivi geosociali interni al nuovo patto sociale che doveva reggere il Paese. L’avvio della stagione delle Grandi riforme sociali non doveva tuttavia alimentare un nuovo modello di sviluppo e soprattutto la crescita democratica del ceto medio-basso e il suo possibile spostamento su posizioni progressiste.
3) Motivi geopolitici e sociali legati alla Sicilia. Bisognava spezzare le gambe ad un percorso autonomistico libero dalla mafia e ricco di possibili riforme sociali e di sviluppo democratico in senso progressista.