Nel momento in cui ci preoccupiamo dei rialzi del carburante, in un sistema che si basa ancora prevalentemente sulle fonti fossili, qualcosa sta per muoversi.
C’è un altro “carburante” più pulito e più limpido che da anni è oggetto di “interessi” e “speculazione” da parte dei gruppi finanziari, è l’ACQUA.
In alcuni territori il costo dell’acqua è salito in modo vertiginoso, togliendo l’accesso idrico alle fasce economiche più deboli.
Durante la pandemia ci dicono di igienizzare parti del nostro corpo continuamente, ma per alcuni diventa sempre più insostenibile economicamente e per altri diventa inaccessibile e un tubo dell’acqua lo vedono solo quando non chiudono le fontanelle .
L’ Acqua bene di primaria necessità non è più un Diritto universale ma un servizio, se hai il “biglietto” bevi ,altrimenti , rimani a “secco”.
Tanto da inserire la gestione delle risorse idriche in un DDL Concorrenza .
Cosa c’entra l’acqua con la concorrenza?
Quale mercato o operatori devono “concorrere” per l’acqua?
Quelli quotati in borsa, che ” bruciano” le nostre risorse idriche sui mercati azionari?
Quelli che non investono nella rete idrica provocando dispersione del flusso idrico e l’impoverimento delle nostre sorgenti?
Quelli che poi fanno un loro oligopolio?
Quelli che di fronte al profitto possono chiudere o aprire i rubinetti d’acqua?
Non avremmo bisogno invece di una legge sull’Acqua Pubblica, magari di rango costituzionale, che tolga l’accesso all’acqua potabile alla gestione del “libero mercato”?