Il tema al centro del precedente articolo “L’Italia del dopo Trump” era la ricerca di una via di uscita dalla tenaglia sovranismo (Trumpismo)-liberismo, rimanendo ben distanti dai modelli che stanno prendendo piede nel resto del mondo, caratterizzati da pesanti limitazioni dei diritti fondamentali delle persone.
Proposte alternative in grado di offrire una risposta efficace non emergono ancora: c’è bisogno per questo di una vigorosa ripresa dell’offerta politica a sinistra, intesa come alternativa socialista ed ecologista. Risposta che per ora è solo in cantiere, lungo due assi interagenti ma non convergenti: costruzione di nuova cultura e nuove aggregazioni all’interno delle formazioni storiche, fin qui colonizzate dalle teorie liberiste dominanti; ovvero, percorso fondativo di formazioni alternative, ancora in uno stadio embrionale, di estrema dispersione.
La situazione italiana, in questo quadro, è più arretrata: non si colgono atti concreti nella prima direzione e quanto alla seconda, la dispersione è ancora più accentuata che altrove: un magma confuso, pervaso di personalismi, che condanna all’inconcludenza.
Su questo stato delle cose il discorso merita di essere approfondito.