È RICHIESTO UN RESET DI SISTEMA NELL’ITALIA DEL DOPO TRUMP (Parte V)

di Gianni PRINCIPE

È necessario dunque analizzare più a fondo ciò che rappresenta questo governo, nato dalla casualità più che da sequenze rispondenti alla logica dei fatti politici, e quali prospettive può avere. E andare al cuore (di tenebra) del problema cercando di far luce nel buio che regna nel mondo dei partiti.

Agli occhi di chi conserva un attaccamento ai postulati classici del sentire di sinistra, senza altri aggettivi, questo governo ha qualche merito fondamentale. Ne elenco quattro:

  1. aver salvaguardato il reddito di cittadinanza e aver mostrato perfino l’intento di procedere ad alcuni indispensabili miglioramenti dato che, essendo frutto di un compromesso in un Parlamento dalla composizione tra le più di destra nella storia repubblicana, è stato varato con limiti all’accesso irragionevoli e senza alcuna interventi sul sistema di politiche pubbliche per l’occupazione (tra i più inefficienti al mondo) a dispetto di una inaspettata dotazione finanziaria;
  2.  aver tenuto fermo il rifiuto di accedere alle linee di prestito escogitate da una UE nel pieno del delirio neoliberista dell’austerità pro domo tedesca (per punire, e sfruttare, i paesi in difficoltà) come il MES, e aver giocato una partita un po’ più ambiziosa con la BCE e con la Commissione;
  3. aver tenuto fuori dal circuito della spesa pubblica (almeno quella statale, poco potendo per quella decentrata dalle Regioni in giù) il gigantesco coagulo di interessi che, dopo aver drenato negli ultimi venti anni migliaia di miliardi dalle casse dello Stato, annusava la ghiotta occasione di un’emergenza planetaria che richiedeva procedure eccezionali per quantità di risorse altrettanto eccezionali;
  4. aver finalmente relegato nel pattume della storia il dogma alla base delle privatizzazioni (il privato è più efficiente dello stato) riaprendo una serie di dossier, impantanati nella gestione di governi compiacenti verso i privati rapinatori di risorse pubbliche, senza ancora giungere a chiuderli ma quanto meno reimpostandoli su altre basi, che vedono il pubblico in un ruolo determinante.

Non è poco. Eppure, non si sfugge al quadro di desolazione da cui è partito questo ragionamento. Perché questo governo, non rispondendo alla logica (deforme) della politica nostrana, è sempre in bilico. Abusivo, effettivamente, perché l’eterogenesi è uno stravolgimento dei fini che, per quanto siano inaccettabili e insostenibili per il nostro paese, sono perseguiti da forze potenti, poco disposte a rassegnarsi senza combattere. E la chiave del problema è tutta nel buio pesto che regna nel mondo dei partiti.

Autore

  • Gianni PRINCIPE

    Giovanni Principe, detto Gianni, dirigente storico della Cgil, laureato in Architettura ed Economia del territorio, opinionista ed autore di varie pubblicazioni. Da 40 anni al lavoro, su economia e politiche del lavoro (Ispe, Cgil, Isam, Isae, Isfol). Impegnato per cambiare le cose; è il modo giusto di vederle.

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