I liberali, colpevoli del voto anticipato e di provvedimenti (anche in Europa) pro austerity, spariscono dal parlamento. La giusta punizione.
Il partito personale di Sara Wagenknecht, nato dalla scissione della Linke che alle elezioni europee prese il 7%, rimane fuori per un soffio dal parlamento. Dovevano rappresentare la nuova sinistra. Il suo intervento al parlamento in favore della mozione dei democristiani contro i migranti, con la relativa astensione sul voto, ha avuto l’effetto opposto di quello di Haidi della Linke.
Ha chiarito che la sinistra per essere tale deve essere per i diritti sociali, antirazzista e antifascista, allo stesso tempo, senza nessuna differenza.
La sua esclusione dal parlamento ha un altro effetto: permetterà la Grande coalizione tra democristiani e socialdemocratici senza bisogno dei Verdi.
Questo è un elemento decisivo perché all’opposizione non ci saranno solo i nazisti dell’Afd ma anche la sinistra rosso verde che sommando i seggi ottenuti, insieme, sono la prima opposizione. È bene ricordarlo.
Inoltre il 4,97 per cento dei voti del partito della Wagenknecht sono voti di sinistra.
I socialdemocratici pagano e pagheranno 30 anni di politiche sbagliate che, nonostante alcuni provvedimenti sociali del primo periodo della cancelleria Scholz, hanno dimostrato di essere un partito oramai centrista , come il PD in Italia, e, infatti, buona parte dei voti persi sono finiti alla Cdu che a sua volta ne ha persi molti a favore di Afd.
Sperando che un’opposizione di sinistra formata da Die Linke e Bündnis 90/Die Grünen si faccia sentire e sia incisiva, da questo, si può provare a costruire un futuro migliore.