GLI ITALIANI SONO CONTRO IL RIARMO E LA GUERRA

di Michele BLANCO

La maggioranza degli italiani è contro il riarmo e la guerra.

Malgrado la grande campagna di disinformazione di stampa e televisioni a favore delle inutili spese militari, almeno il 39% degli italiani, secondo un sondaggio dell’istituto Ipsos (riportato sul Corriere della Sera), sono contrari al piano di riarmo europeo. I favorevoli sono il 28%. Sul conflitto in Ucraina il 57% degli italiani si dichiara equidistante tra Russia e Ucraina, mentre i sostenitori di Kyev sono scesi dal 55% del marzo 2022 al 32% di questa ultima rilevazione.

Un altro sondaggio, questa volta di Euromedia (pubblicato da uno dei maggiori quotidiani pro-riarmo, La Stampa) rivela che il 49,9% degli italiani è contrario all’invio di armi all’Ucraina mentre il 54,6% è contrario all’aumento delle spese militari (favorevole secondo questo sondaggio il 33,5%).

Si conferma in buona sostanza la contrarietà della maggioranza della popolazione alle avventure militariste in cui i governanti europei e quelli italiani vorrebbero, a tutti i costi, trascinarci.

Questi sondaggi dimostrano chiaramente che la costruzione del consenso, tramite bombardamento mediatico e falsità evidenti, come quella che afferma che la Russia vuole invaderci, intorno al riarmo europeo e alla escalation bellicista dovrà ancora lavorare molto per convincere la gente che riarmarsi è inevitabile quando non lo è assolutamente, e che la guerra può diventare un male necessario, ma è chiaro a tutti che la guerra è assolutamente evitabile. Nessuno sano di mente vuole armamenti e guerre al posto di servizi sociali, sanitari e istruzione di qualità.

Alla maggioranza degli italiani non interessa che “L’Europa deve mostrarsi forte” le modalità indicate dal piano dell’euroburocrate e ultraliberista baronessa von der Leyen. Per fortuna il buonsenso popolare ha capito che tutto questo sta spingendo i popoli e i paesi europei su un pericolosissimo piano inclinato.

Malgrado i mezzi di comunicazione di massa tentano con tutta la forza possibile di occultare tutte le autorevoli opinioni di chi dice “No al riarmo europeo” e non un uomo né un euro per le guerre volute solo dai costruttori di armi, affaristi e faccendieri vari.

Senza nessuna pubblicità il 15 marzo scorso a Piazza Barberini ha cominciato a riempirsi fino a doversi trasformare in un corposo corteo. In qualche modo la piazza alternativa ha sentito sulle spalle la possibilità di dare voce a quello che i sondaggi rivelano essere il sentimento assolutamente prevalente nella nostra pur disinformata società.

Questo conferma che in alcune occasioni occorre avere il coraggio di “gettare il cuore oltre l’ostacolo”.

I sondaggi ci confermano indiscutibilmente che lo spazio politico e sociale per una vera opposizione al riarmo e alla guerra c’è ancora e potrebbe avere una forza dirompente. Ora è evidente che si tratta di sperimentare e capire come dargli rappresentanza, affinché diventi forte e ingombrante per un governo che rischia di trascinarci nella catastrofe bellicista e diventi un insormontabile ostacolo sulla strada anche di governi diversi dall’attuale ma che perseguono gli stessi scopi.

In questo momento di confusione politica e di pagliacci alla ribalta (penso ad esempio a qualche superraccomandato che vive nell’agio ai Parioli) sarebbe stato, persino per la Meloni, così semplice fare la statista: bastava dire di no alla baronessa von der Leyen di Bruxelles e ai costruttori di armi, perché non c’è alcuna minaccia russa. Ma dobbiamo fare in modo che si realizzi la condizione necessaria per far funzionare la democrazia che consiste nell’avere a disposizione mezzi di comunicazione indipendenti e veritieri, cosa che da noi non esiste, i mezzi di comunicazione di massa, televisivi e giornali sono in mano agli stessi che controllano e fanno profitti con l’industria bellica. Nella narrazione dei mezzi di disinformazione di massa, tutti di proprietà, o comunque controllati, dagli stessi azionisti delle fabbriche d’armi si vuole dare per scontata l’idea che siamo in pericolo perché l’Europa sta per essere invasa dalla Russia, ipotesi assolutamente priva di qualsiasi fondamento politico economico e, soprattutto dal punto di vista pratico-militare.

Purtroppo oggi l’Unione Europea si è fatta custode dell’ortodossia ideologica neoliberale e globalista. Inoltre l’UE è umiliata innanzitutto da se stessa, dai suoi tecnocrati antidemocratici e postdemocratici, dai propri madornali errori politici, dalla propria cecità, è preda della più grande isteria. In questo momento con realismo bisogna renderci conto che l’interesse europeo è per la difesa della democrazia non il riarmo contro la Russia, che bisogna cercare di mediare ed evitare invasioni, guerre e conflitti con un ritorno a una politica di cooperazione economica tra Est e Ovest, dove L’Europa abbia un ruolo centrale come ponte diplomatico tra le grandi potenze. Ora bisogna aiutare il popolo ucraino a non essere depredato da Trump, fare in modo che ci siano elezioni democratiche e con rappresentanti legittimi e si negozi una pace giusta. Poniamoci la domanda su quali sono le cause profonde che alimentano l’attuale declino delle società occidentali europee, in particolare, e della sempre meno partecipazione democratica dei cittadini. Credo che al primo punto ci sia lo scarso rispetto delle opinioni democratiche dei cittadini. Un esempio: ci basti pensare come la stragrande maggioranza dei cittadini italiani ed europei siano contrari alla guerra e all’aumento inaudito delle spese militari, preferendo in modo assoluto l’aumento delle spese in sanità, istruzione e sociali, mentre i governanti europei e italiani vogliono fare l’esatto contrario, tagliano le spese sociali e aumentano sconsideratamente le inutili spese militari. Allora come può una comunità che si autodefinisce democratica prosperare senza rispettare le opinioni della maggioranza dei suoi cittadini? Senza un orizzonte collettivo di pace, convivenza e benessere che dia significato e coerenza al vivere sociale?

Negli anni passati è stato importante il saggio e decennale sforzo europeo di coinvolgere Russia e Cina in una collaborazione strategica economica e politica, sostenuto con entusiasmo dalla leadership russa e cinese. Oggi questo processo di sviluppo è stato infranto dalla feroce opposizione degli Stati Uniti, preoccupati che ciò avrebbe potuto minare il dominio mondiale statunitense.

Tutto questo non ci viene assolutamente spiegato dalla stampa e dall’informazione in generale.

È arrivato il momento di rispolverare il motto del filosofo Kant: “Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!” Sono felice di sapere che la maggioranza degli italiani usi la propria intelligenza e si dichiari contro la guerra e l’inutile riarmo.

  • Michele BLANCO. Dottore di ricerca in “Diritti dell’uomo e Diritti fondamentali. Teorie, etiche e simboliche della cittadinanza” presso la facoltà di Giurisprudenza della Seconda Università di Napoli. Tra i suoi saggi più rilevanti si ricordano: “La vera ragione dei diritti umani e la democrazia partecipativa come premessa al reciproco riconoscimento tra i popoli” (2006), “Democrazia deliberativa ed opinione pubblica emancipata” (2008), “Cosmopolitismo e diritti fondamentali” (2008), “Diritti e diseguaglianze. La crisi dello stato nazionale e al contempo dello stato sociale” (2017), “Nota critica a Thomas Piketty, Capitale e ideologia” (2021) “Nota critica a Katharina Pistor , Il codice del capitale. Come il diritto crea ricchezza e disuguaglianza” (2021). “Recensione critica a Thomas Piketty, Una breve storia dell’uguaglianza” (2021). "La politica post-democratica caratterizza, sempre più, il mondo attuale" (2024). "Introduzione al percorso intellettuale di Jürgen Habermas Habermas sociologo o filosofo? Certamente un intellettuale volto alla ricerca costante dell’emancipazione della persona umana", Lanciano, Carabba (2024).

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