GLOBALIZZAZIONE  DELLE  DISUGUAGLIANZE

di Vincenzo NOTARANGELO

La comunità in cui viviamo sta cambiando di dimensione, essa non è più la nazione ma il mondo intero; in consequenza potremo definire la globalizzazione come uno stato di connettività complessa della società che ha degli effetti sociali molto profondi sull’intera comunità mondiale. L’esplosione delle disuguaglianze è uno di questi effetti sociali causati dalla globalizzazione economica.

La tesi secondo cui la “crescita” sia un bene anche per i poveri è un mito neoliberista destituito di qualsiasi fondamento anche teorico, tant’è che manca una qualsiasi ricerca sufficientemente accurata volta a dimostrare tale assunto. La realtà è che la crescita fallisce tale obiettivo e, piuttosto, peggiora le condizioni dei più poveri.

La globalizzazione, infatti, consegna il potere decisionale alla mercé del grande capitale mentre i lavoratori delle diverse nazioni entrano in competizione tra loro. Si determina così precarizzazione del lavoro, crescita esponenziale delle disuguaglianze a livello mondiale, ritorno della povertà anche nelle società avanzate, difficoltà per i giovani ad entrare nel sistema produttivo che tende addirittura ad escluderli.

Si affaccia sulla scena del dibattito europeo una recente forma, finora sconosciuta, di diseguaglianza tra i lavoratori stabili, assunti con un contratto a tempo pieno e di durata indeterminata, e i lavoratori flessibili o precari. Si tratta degli operai e degli impiegati assunti a tempo parziale, dei lavoratori con contratti a tempo determinato oppure dei dipendenti assunti con contratto interinale e, infine, di quadri e dirigenti licenziati e utilizzati come liberi professionisti che emettono fattura.  In Italia, secondo i dati ISTAT, i nuovi ingressi al lavoro in forma atipica superano ogni anno il 65 % del totale. In ciò si riflette un programmatico trasferimento di rischio dalle imprese agli individui.

Le classi sociali di cui in passato si immaginava una forte riduzione nelle società avanzate, ed anzi la loro scomparsa, hanno conservato le stesse dimensioni o le hanno accresciute. L’aumento dei lavoratori poveri, che sembrava un retaggio della società pre-industriale e degli inizi della società industriale, è ormai un dato incontrovertibile nelle società contemporanee economicamente più sviluppate.  

Per troppo tempo il problema della distribuzione delle ricchezze e della disuguaglianza sociale è stato trascurato, oggi si pone con impellenza la necessità di affrontare le troppe ingiustizie che sono di fronte ai nostri occhi, a partire da quelle più gravi, che offendono la dignità umana e toccano a fondo la nostra coscienza.

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