È tempo di elezioni ed i candidati sono allineati. Molti sono pronti, altri meno. Alcuni di loro sono alla prima esperienza e credono che basti esprimere le proprie buone, sincere idee per cambiare le sorti di un Paese o di una città ma poi si scontrano con quelli che della politica hanno fatto, ormai, un’assicurazione per tutta la vita a venire per sé e per tutta la loro famiglia.
Questi ultimi, il più delle volte, non hanno realizzato nulla nella vita civile e, ancor meno, nell’impegno politico di cui si sono fatti carico, vuoi per incapacità e vuoi per negligenza. Essi sono personaggi che non conoscono i reali problemi che affrontano le categorie di lavoratori, di malati, di utenti di cui si dovrebbero occupare direttamente e, così, si innesca il meccanismo delle lunghe attese burocratiche. Arriverà, poi, il furbacchione di turno che al povero cittadino farà credere di aver sbloccato la pratica per fare un “favore personale” tacendo il fatto che, al contrario, è un sacrosanto diritto.
A tal proposito voglio aprire una breve parentesi. Non ho capito per quale motivo è ferma l’erogazione di un ausilio per non vedenti destinato a me, pur essendo stata approvata la pratica già da qualche mese. Sarebbe un mio diritto, è vero, ma spero che qualcuno di buon cuore mi faccia il “favore”. Ma in Molise ci sono le elezioni e chiudo la parentesi tornando a parlare dei candidati.
Vi sono, inoltre, quelli ricattati e quelli ricattabili ma anche quelli da sempre amati. Fatto sta che i candidati non sono sempre bene accolti quando si presentano al cospetto dei singoli elettori. Eppure, immaginate cosa sarebbe un mondo senza candidati. Sarebbe, forse, un luogo dove governa una dittatura o una monarchia, ma sicuramente risulterebbe un luogo dove c’è mancanza della possibilità di scelta. Ciò che dovrebbe fare ogni singolo elettore è ascoltare i candidati per poter formulare il proprio pensiero.
È vero che, quando le cose non vanno bene, la responsabilità è di chi sa in alto ma, nel contempo ci si deve convincere che sono gli elettori che hanno la responsabilità di mandare o di aver mandato certa gente al potere. Io penso che il primo dovere di un cittadino sia quello di andare a votare perché è l’unico mezzo che il cittadino ha di scegliere chi vuole che cambino le sorti del luogo in cui vive. È proprio il cittadino che vota colui che sceglie le proprie sorti e quelle di tutti gli altri.