I vecchi problemi, quelli già esistenti, in tempi correnti sembrano accentuarsi ed essere di grande attualità come non mai. Di recente, in Luglio per la precisione, ha fatto notizia il caso dell’arresto di tre stranieri che illecitamente ingaggiavano e sfruttavano braccianti agricoli nei vigneti delle Langhe.
La segnalazione alla Questura di Cuneo è partita lo scorso anno dalle associazioni per la tutela delle persone e del lavoro del posto. Gli sfortunati lavoratori rimanevano sul luogo per 16 ore al giorno a fronte di una paga mensile di 500 euro a cui venivano sottratti i costi di vitto e alloggio. Subivano la sorveglianza continua e, addirittura, forme di violenza se tentavano di ribellarsi.
Il fenomeno del caporalato nacque nella seconda metà del Novecento quando si svilupparono le leggi sul diritto del lavoro ragion per cui si trovò l’alternativa del reclutamento della manodopera a basso costo facendo leva sulle condizioni economiche dei soggetti da ingaggiare. Da allora, i dati dicono che il caporalato è aumentato.
Nessun ufficio accoglie gli aspiranti lavoratori ma, invece, vengono assunti in strada, nelle cosiddette «piazze o mercati delle braccia» in modalità verbale in barba a tutti i contratti di lavoro. Vengono, poi, caricati su furgoni e trasportati sui campi dove non sapranno né per quante ore , né per quanti giorni.
Il caporalato è diffuso in tutta Italia, da Nord, al Centro, al Sud e Isole e non fa distinzione di genere anzi, le donne , a volte, oltre ad essere sfruttate sul lavoro, sotto una falsa protezione da parte del caporale, vengono pure instradate con il risultato di essere sfruttate due volte. I caporali sono anche stranieri che sfruttano stranieri spossati da viaggi della speranza.
Non credo che si possa parlare di caporalato soltanto in agricoltura . Il fenomeno si estende all’edilizia, all’assistenza delle persone, alla logistica delle merci determinando una ingente economia sommersa che risulta difficilmente quantificare. Forse il fenomeno del caporalato è figlio del fallimento della politica italiana sull’immigrazione e sull’accoglienza.
I datori di lavoro, però e per fortuna, non sono tutti uguali e vanno sicuramente menzionati quelli che si comportano nel totale rispetto dei diritti dei propri dipendenti.