I PARTITI NEOLIBERISTI EUROPEI E I GRANDI CAPITALISTI HANNO PAURA DI SAHRA WAGENKNECHT

di Michele BLANCO

Presentatosi per la prima volta alle elezioni amministrative tedesche, dopo il buon successo alle ultime elezioni europee, il suo partito il Bündnis Sahra Wagenknecht, guidato dalla omonima dirigente marxista, ha ottenuto il 15,8% dei voti in Turingia e l’11,8% in Sassonia, è da annoverarsi, senza ombra di dubbio, tra i vincitori delle elezioni nei due Länder tedeschi appena svoltesi, arrivando addirittura a superare, surclassandole le tre formazioni della sinistra tedesca, il Partito socialdemocratico (Spd), i Verdi, Die Linke.

Tutto questo anche a discapito del dato di fatto di avere contro tutte le fonti d’informazione ufficiali e private che sono concentrate nella proprietà dei grandi gruppi.   

Notiamo che fatte le prime constatazioni, subito parte la falsificazione della realtà, perché per i mass media ufficiali e appartenenti ai grandi gruppi editoriali, non solo tedeschi ma anche italiani, la proposta politica di Sahra Wagenknecht “non è adatta un modo moderno e intelligente” non sarebbe una proposta politica di sinistra”.

 Ma nella realtà la proposta politica della Wagenknecht è assolutamente di sinistra, di vera sinistra politica, infatti si coniugano i diritti sociali, ovvero i temi della casa, scuola, pensioni, cultura e lavoro, che devono essere garantiti a tutti. Inoltre si respingono atteggiamenti culturali subalterni che in Europa, in Germania come in Italia, portano a una transizione ecologica imposta a danno dei cittadini e nell’assoluto interesse dei privati, al contrario di quanto si fa ad esempio in Cina, in cui i beneficiari sono i cittadini e i costi a carico dello stato. Mentre le altre forze politiche, anche quelle che dicono di essere di sinistra, si dimenticano di lottare al fianco dei popoli del mondo, in un vero internazionalismo, perché Africa, Asia e America Latina possano costruire finalmente il loro futuro liberi dal neocolonialismo senza vedere i loro figli migrare per diventare manodopera a basso costo agricola e industriale al solo vantaggio dei ricchi proprietari terrieri e del capitalismo occidentale.

Una sinistra vera, quella di Sahra Wagenknecht che rifiuta nettamente la guerra, tutte le guerre, chiede la pace e rivendica diritti per il popolo palestinese e di tutti i popoli del mondo indistintamente e sempre dalla parte degli ultimi, in qualsiasi situazione.

Ci troviamo di fronte a un partito come quello di Sahra Wagenknecht, che combatte con tutte le sue forze contro il mainstream in una netta controtendenza programmatica e culturale. Questo chiaramente da fastidio ai veri detentori del potere economico in particolare. Ma tutto questo dà fastidio anche alla falsa sinistra che quando è stata al governo in tutta Europa negli ulti 50 anni ha fatto solo politiche neoliberiste.

Tra le accuse assurde che muovono a Sahra Wagenknecht troviamo quella che sia una conservatrice di sinistra, sia cresciuta nella DDR.

Quindi, di conseguenza viene fortemente attaccata sulla questione della guerra in Ucraina, con frasi ridicole e ottuse come: “vicinanza acritica all’ex URSS e al suo autocrate neoconservatore”, in un modo veramente singolare e disinformato per parlare di Russia e di Putin, il partito di Putin è di destra nazionalista e in Italia, ad esempio, aveva come alleati storici la Lega, Silvio Berlusconi e anche Fratelli d’Italia, in Ungheria il partito del Primo ministro dal 2010 Viktor Mihály Orbán. 

Sahra Wagenknecht è assolutamente pacifista, ma il suo sarebbe, secondo la stampa controllata dal grande capitale, “un pacifismo strabico che si indigna giustamente per gli interventi della NATO, ma sorvola su quelli della Russia” e aggiunge che è “critica verso l’Unione Europea e strizza l’occhio ai sovranisti”, come se non fosse sotto gli occhi di tutti come l’Unione Europea sia una struttura che controllata dai neoliberisti  danneggia i cittadini e promuove la guerra e le spese militari invece che aiutare gli europei con l’implemento dello stato sociale, le spese sanitarie e l’istruzione, taglia lo stato sociale in favore degli armamenti.

Poi si ricorda che Sahra Wagenknecht è stata votata per un programma che in economia, difende uno stato sociale forte, il servizio pubblico, le piccole e medie imprese tedesche, la partecipazione dei lavoratori nelle imprese più grandi, sindacati forti. Una linea classica della sinistra. 

La Wagenknecht contesta una “migrazione eccessiva senza capacità d’accoglienza e politiche d’integrazione adeguate, trascurando i timori dei residenti più vulnerabili”.

Insomma si tratta di nettissime e chiare posizioni sui temi internazionali e della solidarietà tanto di Sahra Wagenknecht, quanto del suo partito. 

In effetti quello che appare chiaro è che la “sinistra” socialdemocratica europea, ormai subalterna alle politiche neoliberiste e alla volontà guerrafondaia degli Stati Uniti d’America, ha grande paura di una proposta politica estranea alle derive antisociali e alle politiche tutte incentrate solo sui diritti civili individuali e poiché la socialdemocrazia europea non è assolutamente capace di cambiar linea, è infastidita di una vera sinistra sociale che rimette al centro del dibattito politico i diritti sociali e collettivi oltre che le tematiche del lavoro sicuro e tutelato. Tutto questo fa paura. Tanto che tentano in ogni modo di infangare le vere, speriamo non uniche, proposte progressiste di Sahra Wagenknecht.

Autore

  • Michele BLANCO. Dottore di ricerca in “Diritti dell’uomo e Diritti fondamentali. Teorie, etiche e simboliche della cittadinanza” presso la facoltà di Giurisprudenza della Seconda Università di Napoli. Tra i suoi saggi più rilevanti si ricordano: “La vera ragione dei diritti umani e la democrazia partecipativa come premessa al reciproco riconoscimento tra i popoli” (2006), “Democrazia deliberativa ed opinione pubblica emancipata” (2008), “Cosmopolitismo e diritti fondamentali” (2008), “Diritti e diseguaglianze. La crisi dello stato nazionale e al contempo dello stato sociale” (2017), “Nota critica a Thomas Piketty, Capitale e ideologia” (2021) “Nota critica a Katharina Pistor , Il codice del capitale. Come il diritto crea ricchezza e disuguaglianza”, 2021. “Recensione critica a Thomas Piketty, Una breve storia dell’uguaglianza”  2021.

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