Anche durante la pandemia il Volontariato ha dato il meglio di sé. Ha rischiato e si è messo in gioco, ha pagato e si è rivelato la più straordinaria risorsa sociale.
Si può solo applaudire? Basta una pacca sulle spalle e via?
Il Volontariato non cerca medaglie e riconoscimenti formali. Si impegna in silenzio e senza secondi fini. C’è e ci sarà nella vita quotidiana e nei momenti più tragici.
Non è superfluo ripetere che il Volontariato è una risorsa preziosa e insostituibile della società soprattutto in questo momento storico così travagliato in cui l’umanità tutta è chiamata a mettersi in gioco, a rigenerarsi e ad aprire nuovi itinerari di fraternità e di sviluppo sostenibile socialmente e ambientalmente.
Spesso diamo tutto per scontato. Esistono milioni di persone che gratuitamente si dedicano al prossimo, che prestano il loro aiuto a chi è veramente solo, in condizione di fragilità o di emarginazione, di sofferenza fisica e psichica, oppure offrono il loro contributo a tutela della salute, dei beni culturali, dell’ambiente, della protezione civile.
Un mondo silenzioso di pratica concreta dell’impegno verso il valore inestimabile del “bene comune”.
Nel 2020 Padova è stata la Capitale Europea del Volontariato. Alla fine di un cammino di incontri e riflessioni che ha attraversato i momenti drammatici della pandemia, si è avanzata la proposta di rendere il Volontariato Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Sono stato chiamato a sostenere questa nobile idea, in rappresentanza dell’Associazione Luciano Tavazza: con altre personalità che ho conosciuto sin da quando ero impegnato in tal senso, sino a guidare il Movimento del Volontariato Italiano, abbiamo deciso di promuoverla per raggiungere questa nuova meta.
Sono intervenuto alla presentazione del progetto al Senato della Repubblica per ribadire la necessità che il Volontariato sia rispettato:
1) nella sua libertà e autonomia, soprattutto da parte delle Istituzioni. Solo così il Volontariato può esprimere pienamente le sue potenzialità per anticipare, innovare e stimolare cambiamento e responsabilità.
2) nella sua dimensione di impegno gratuito. Deve essere sempre lasciata al Volontariato la possibilità di esprimersi in “gratuità”: l’identità del Volontariato sta in questa dimensione essenziale.
3) nelle sue finalità, che devono essere sempre tese alla “prossimità”, “verso” gli altri e “con” gli altri, soprattutto se in difficoltà, e nel rapporto con le comunità locali e con l’ambiente.