LA VIOLENZA, LA DESTRA ED I GIOVANI

di Nicola OCCHIONERO

Lo scorso 7 gennaio a Roma in Via Acca Larentia, durante la commemorazione di tre giovani appartenenti al MSI, uccisi nel 1978 da un gruppo armato dell’estrema sinistra, si levano, centinaia di braccia tese al richiamo del “presente”, la polizia interviene? No.

Il 23 febbraio a Pisa i liceali manifestano per la pace in Palestina, la polizia interviene? Si. Perchè?

E’ la domanda che mi sono posto, che si pone qualsiasi cittadino di buon senso sull’uso della forza, quale ultima ratio regum.

Perché picchiare gli studenti, coetanei dei figli degli stessi agenti che brandiscono il manganello?

Perché è in corso un revisionismo storico ad opera di alcuni esponenti politici e partiti di destra, con la complicità di qualche intellettuale? Perché è in carica il governo più a destra della storia repubblicana? Perché regna un clima di impunità per il richiamo nostalgico (e non folcloristico) al ventennio mussoliniano?

Forse per tutte queste ragioni, ma non solo. Gli uomini in camicia nera alzano la mano, urlano slogan, inneggiano all’ordine e alla disciplina, ma non preoccupano, perché obbediscono molto e pensano poco.

Tre giorni dopo i fatti di Pisa una “irriverente” studentessa di ventitré anni si incatena al cancello della Prefettura per sollecitare il Prefetto ad un incontro; da Milano a Roma, migliaia di studenti scendono nelle piazze per chiedere la fine degli attacchi a Gaza.

Sono certo che Pasolini questa volta si sarebbe schierato dalla parte degli ‘studenti figli di papà’ e non dei poliziotti, forse figli di povera gente, ma sicuramente poveri d’animo.

Gli studenti, che gli stereotipi vogliono con gli sguardi sugli smartphone e i sederi sul divano, pensano, si, pensano con la propria testa dopo avere studiato Socrate, Platone, Aristotele e l’illuminista Beccaria. Pensano di poter vivere in un mondo disarmato e privo di violenza, dove i colori della pelle possono mescolarsi con quanto di più democratico è possibile: l’azzuro del cielo.

Chi ha il diritto di stravolgere a colpi di bastone il desiderio di pace? Oppure di catapultare nel grigiore della disillusione una generazione che si va formando nel carattere, che cerca il proprio spazio tra il mondo adulto, che richiama i padri alle proprie responsabilità?

Troppi e ancora troppi interrogativi attendono risposte che non arriveranno mai da coloro che incarnano il potere istituzionalizzato, quello che per antonomasia è sempre dalla parte giusta, quello che rende decente anche la più indecente delle leggi, quello che ha fatto della macelleria sociale, il luogo prediletto per massacrare la democrazia in tutte le sue forme.

Ci battiamo il petto noi democratici occidentali dinanzi alla morte di Navalny, continuiamo a dire che Putin è un criminale efferato (vero, per carità) e che Zelensky conduce la sua guerra santa per salvare l’Europa e tutto il mondo libero e che Gaza si meritava una lezione, ma forse agli israeliani è scappata un pò la mano.

Ipocriti! È questo ciò che pensano i ragazzi di Pisa e di tutta Italia.

Guardando le cariche contro gli studenti, ho pensato a Genova, si il ‘G8’, non dimenticherò mai il fumo dei lacrimogeni, la marcia a tambur battente degli agenti con il manganello, le cariche e le botte assegnate in modo indiscriminato a manifestanti inermi, eppure anche in quei momenti non ho mai creduto che gli uomini in uniforme fossero tutti uguali.

Non occorreva certo Piantedosi a raccomandarci di non invocare una giustizia sommaria, la responsabilità penale è degli individui, quindi paghino i responsabili tutti, dai dirigenti agli agenti. Nel caso di Genova il governo dell’epoca, con Scajola ministro dell’interno, rappresentò l’alibi politico e morale per tutte le nefandezze compiute, mentre Matteotti periva per la seconda volta.

Per Pisa non si può parlare di regìa governativa, ma probabilmente è avvertita in alcuni ambienti della sfera politico-istituzionale, una copertura sottaciuta per azioni scellerate. 

Cicerone asseriva che “La classe politica romana, pur di arraffare danaro e opere d’arte, era pronta a tutti i delitti e a tutte le malvessazioni, perpetrate grazie all’abusivo strapotere della oligarchia senatoriale”. Solo i giovani possono sfidare l’oligarchia contemporanea.

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1 Commento

Concetta Occhionero 11 Marzo 2024 - 20:36

sottoscrivo tutto ciò che sostieni

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