Ogni tanto la stampa italiana ci bombarda con storie di straordinario successo, di cosiddetti “self-made man” e “self-made woman”. Ora è stato il turno di tale Giulia Pedretti, pluripremiata da Forbes, che è andata a Londra, ha fatto un tirocinio, poi subito dopo ha comprato un’azienda e ora a soli 27 anni fattura 6 milioni di euro. E che a mezzo stampa si scaglia contro i giovani italiani che avrebbe cercato di reclutare per la sua azienda: “zero entusiasmo, davano l’impressione di essere lì tanto per fare, per accontentare qualcuno a casa”.
E ancora: “Io credo in una cosa: bisogna uscire dalla comfort zone, buttarsi, tentare”.
In questi articoli, prezzolati, si omette che la dottoressa si è buttata ed è uscita dalla comfort zone con alle spalle l’azienda di famiglia che fattura 30 milioni di euro. Chi gli ha dato i soldi per comprare la sua azienda?
Ma il punto è che si insiste, con questa retorica ridicola e grottesca del “se vuoi puoi”. Tu, caro studente fuori sede, sbagli tutto perché non ti butti, non tenti e rimani nella tua comfort zone, perché dopo il tirocinio ti devi comprare un’azienda e diventare milionario. Basta volerlo.
Peccato in tanti tocca studiare di giorno e lavorare nei pub e nei ristoranti di notte. Sia non sapere come pagare l’affitto, le bollette, la spesa. Sia farsi problemi a chiedere soldi a casa, perché ce ne sono pochi. Dunque il “se vuoi puoi” è un po’ una cavolata, dato che se vuoi studiare a Londra e fare un corso stellare, o hai i soldi o non vai. Se vuoi avere il tempo per costruire un’azienda da zero, puoi farlo se hai i soldi, tempo da dedicare, rete e conoscenze da mettere a frutto, sennò la sera vai a sgobbare sottopagato.