In un’epoca in cui i progressi scientifici e tecnologici avanzano a velocità impressionante, rimane profondamente anacronistico il permanere di diseguaglianze strutturali tra uomini e donne. Questa disparità si manifesta in molti ambiti: dalla rappresentanza politica alla partecipazione economica, passando per la questione drammatica della violenza di genere. L’eguaglianza diviene a questo punto un fatto concreto, un vero e proprio obiettivo politico che dobbiamo – noi di sinistra- raggiungere con assoluto impegno, spingendo verso profonde trasformazioni culturali della società attuale, a dimostrazione che la lotta progressista non è affatto compiuta e richiede nuova determinazione ed entusiasmo.
In Italia, il divario retributivo tra uomini e donne resta significativo, con differenze che superano il 16% in molti settori. Allo stesso tempo, le donne continuano a essere sotto rappresentate nei ruoli decisionali, sia in politica che nel mondo delle imprese. Non si tratta di una mancanza di competenze o ambizioni, ma di barriere strutturali e culturali che perpetuano uno squilibrio di potere. Superare queste barriere significa intervenire su molteplici livelli: garantire il diritto all’istruzione, promuovere politiche di conciliazione tra vita privata e lavoro.
La sinistra politica ha il dovere di mettere l’eguaglianza sempre più al centro della propria agenda, non come semplice enunciazione di principio ma come prassi concreta. Ciò significa promuovere leggi più coraggiose, ma anche alimentare un dibattito pubblico che coinvolga uomini e donne nella costruzione di una società più giusta. L’eguaglianza di genere non è un privilegio, è un diritto universale, e ogni passo in questa direzione è un atto di giustizia sociale e di progresso per tutta la collettività.
Altrettanto urgente è affrontare la piaga della violenza contro le donne. I numeri parlano chiaro: ogni anno migliaia di donne subiscono violenze fisiche, psicologiche e sessuali, spesso all’interno delle mura domestiche. Questi atti non sono frutto di “esplosioni di rabbia”, ma di una cultura patriarcale che considera il corpo e la vita delle donne come territori da controllare. È fondamentale rafforzare le reti di protezione per le vittime, garantire l’effettività delle pene per i colpevoli e investire in programmi educativi che sfidino gli stereotipi di genere fin dall’infanzia.