La rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti sta segnando un punto di svolta nelle politiche globali sull’eguaglianza e trasformando l’immigrazione in un campo di battaglia ideologico. Si rafforzano le disuguaglianze già esistenti e il messaggio di Trump, basato sulla difesa identitaria e sulla chiusura dei confini, esacerba tensioni sociali e spinge già altri governi a seguire la stessa strada, favorendo nazionalismi e derive autoritarie. La politica migratoria trumpiana, con i suoi muri fisici e le barriere burocratiche, inasprisce la condizione di milioni di persone in cerca di una vita dignitosa.
Ma la questione è innanzitutto culturale: i flussi migratori, generati da guerre, disastri ambientali e crisi economiche, sono trattati sempre più come minacce invece che come opportunità per le società ospitanti, la criminalizzazione dei migranti legittima forme di razzismo istituzionale, minando il principio fondamentale della eguaglianza tra gli individui. Sul piano economico, il protezionismo colpisce le classi popolari che pretendeva di difendere. La guerra commerciale con la Cina, il taglio delle tasse per i ricchi e la deregulation accentuano infatti le disuguaglianze, mentre i lavoratori pagano a caro prezzo il risultato di politiche neoliberiste travestite da sovranismo economico.
In generale, l’America First sta indebolendo organismi multilaterali e favorendo di fatto una frammentazione globale, rendendo più difficile un approccio condiviso alle sfide del nostro tempo. Dalla crisi climatica ai conflitti regionali, la logica dell’isolazionismo alimenta divisioni e instabilità. L’elezione di Trump sta poi contribuendo a una normalizzazione del linguaggio dell’odio. La “retorica dell’uomo forte” trova sempre più imitatori in Europa e nel mondo, fornendo una copertura ideologica ai movimenti di estrema destra che negano diritti a minoranze e donne. In un contesto simile, il concetto di eguaglianza non è solo minacciato, ma attivamente smantellato!
Di fronte a queste sfide, la sinistra deve rispondere con una visione globale e solidale, ricostruendo una narrazione capace di contrastare l’individualismo esasperato e la paura dell’altro. L’eguaglianza non è un’utopia: è una battaglia quotidiana che richiede oggi più che mai coraggio, politiche inclusive e una mobilitazione sociale in grado di riaffermare il valore della giustizia per tutti.