PROTESI E STAMPA 3D: LE NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA PASSANO PER IL DESIGN

di Veridiana ALTIERI

La nostra è una società di transiti, una società in continua trasformazione dove i nuovi volti della tecnologia non sono solo una conseguenza di una condizione post-industriale, ma segnano nei confronti di essa una drastica svolta verso legami più stretti tra macchine, sistemi e bellezza.

Il progetto di design si inserisce a pieno titolo in questo contesto, contribuendo così a concretizzare quella visione estetica che ognuno di noi ha del mondo, degli spazi in cui viviamo, degli oggetti che ci circondano e di cui ci serviamo quotidianamente.

Uno degli ambiti di maggiore crescita e sperimentazione per l’applicazione delle nuove tecnologie di modellazione 3D si trova al confine tra la progettazione dei tessuti intelligenti e quella dei dispositivi indossabili, dove sempre più designer utilizzano la stampa tridimensionale per creare delle vere e proprie sculture per il corpo.

Questi manufatti di ultima generazione possono avere molteplici scopi che spaziano dal recupero e riciclo di materiali di scarto fino alla produzione di indumenti, accessori e protesi per il miglioramento della salute psicofisica degli individui.

La stampa 3D trova di fatto ampia applicazione proprio nel campo medico dove la messa a punto di carenature funzionali consente ad ogni impianto ortopedico di adattarsi alle esigenze di diversi tipi di lesioni e stili di vita.

La protesi è l’esempio perfetto di un oggetto che non deve essere soltanto performante ma, costituendo un vero e proprio prolungamento del corpo, anche esteticamente in grado di ricreare un livello di umanità ed esprimere tratti significativi della personalità di chi lo indossa.

Ciò che inizialmente è percepito come una perdita, diventa potenzialmente una risorsa, un’opportunità per il paziente di riappropriarsi totalmente del proprio corpo e di partecipare attivamente all’intero processo creativo, suggerendo egli stesso combinazioni di materiali, forme, pattern e colori.

Delle protesi che diventano un vero e proprio fashion statement, delle opere d’arte di tutto rispetto.

È difficile pensare come dei prodotti del genere, oggetti con i quali si trascorre gran parte della propria vita, siano stati concepiti per anni senza l’approccio tipicamente multidisciplinare del design.

La scansione e la stampa 3D permettono infatti in tempi brevi il concepimento di geometrie complesse e molto accurate.

Tutto inizia scansionando il limbo integro del paziente o, a seconda del tipo di invalidità, quello di un individuo della stessa età e corporatura. Mediante sofisticati software, l’immagine ottenuta viene poi sovrapposta alla protesi o alle protesi già impiantate e questo consente di ricomporre i volumi mancanti e ristabilire così una perfetta simmetria corporea.

Infine, attraverso un processo di stampa 3D, detto di sinterizzazione selettiva con laser (SLS), e l’uso principalmente di poliammide (PA – tecnopolimero conosciuto più comunemente col nome di Nylon, disponibile in polvere e sufficientemente resiliente da poter sopportare un uso intensivo), si è in grado di ottenere scocche leggere, durevoli, di facile manutenzione e che, attraverso scelte personalizzate, riflettono in maniera unica il gusto del paziente.

La stampa SLS rientra nella tipologia delle produzioni additive e, contrariamente alle lavorazioni per asportazione di truciolo, si basa sulla costruzione di forme che acquisiscono tridimensionalità, non per rimozione di materiale, ma grazie alla sovrapposizione graduale di molteplici strati di materia.

Una caratteristica unica della tecnologia SLS è proprio la possibilità di poter costruire più parti simultaneamente e su diversi piani. Il laser ad alta potenza sinterizza piccole particelle di polvere di polimero mentre i restanti spazi vuoti vengono riempiti di polvere non utilizzata; gli strati induriti si trasformano così in delle strutture solide autoportanti consentendo parallelamente anche la formazione di componenti altamente sofisticati come cerniere e ganci a scatto, sia esterni che interni alle geometrie.

Le stampanti 3D rivoluzioneranno il modo di fare le cose. Rappresenteranno un’occasione per migliorare la vita di molti e, in campo medico, permetteranno progressi impensabili sino ad oggi.

Per tutti coloro che a lungo si sono sentiti incompleti, le nuove protesi ortopediche saranno un’opportunità di emancipazione e riscoperta. Perché la tecnologia è al servizio della persona ed un nuovo umanesimo digitale è già qui.

Autore

  • Veridiana ALTIERI

    Veridiana Altieri si forma come designer di moda presso l'Istituto Marangoni di Milano e approfondisce in seguito lo studio del design di prodotto e della comunicazione. Impegnata da sempre nel sociale, si interessa ai temi dello sviluppo sostenibile ed al ruolo dell'industria nell'ambito dei settori creativi e delle nuove tecnologie. In tutta la sua ricerca, dalla pittura all'ideazione e realizzazione di oggetti, centrale è l'attenzione per le stampe ed il colore. Attualmente vive e lavora in Molise.

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